La capoeira può essere distinta in vari stili: nel corso dell’ultimo secolo sono state sviluppate delle varianti rispetto alla tradizione originale. Ecco le principali.
La capoeira angola è il risultato della fusione di diverse pratiche rituali delle popolazioni indigene del Brasile e degli schiavi africani provenienti – appunto – dall’Angola.
L’assenza di documentazione scritta rende abbastanza complicato ricostruire la storia di questo stile: anche quei pochi che erano stati conservati, infatti, andarono distrutti in seguito all’abolizione della schiavitù.
Leggenda vuole che la capoeira angola sia stata messa in pratica dagli schiavi per allenarsi e per imparare a combattere, facendo credere ai carcerieri che si trattasse di semplice danza.
Quel che è certo è che fu ufficialmente vietata fino all’anno in cui la schiavitù venne abolita, il 1888, così come diverse forme di espressione culturale degli schiavi.
La capoeira angola che vediamo e che mettiamo in pratica oggi è stata codificata – a livello di disciplina sportiva – nel contesto del Centro Esportivo de Capoeira Angola de Pastinha.
I movimenti sono estremamente rapidi e agili, e seguono il ritmo che è imposto dal berimbau: il gioco è alto con un ritmo alto, più vicino a terra con un ritmo lento.
Quasi sempre, però, il gioco dura per molto tempo. La conoscenza dei canti è una delle prerogative indispensabili per l’applicazione di questo stile, ma lo stesso vale per quella che viene definita come malandragem, e che corrisponde all’astuzia e alla scelta delle strategie a cui si ricorre nel corso del jogo.
La capoeira regional mantiene alcune delle caratteristiche distintive della capoeira tradizionale, che a sua volta nasce come uno stile di gioco alternativo rispetto alle arti marziali orientali: dalla ginga alla musica, sono diversi i tratti peculiari che vengono mantenuti, incluso il momento della roda.
Se è vero che alcuni movimenti di lotta sono conservati, è altrettanto vero che la capoeira regional si distanzia da quella tradizionale per altri aspetti altrettanto significativi: basti pensare, per esempio, al ritmo strumentale, che è molto più veloce e – di conseguenza – più incalzante.
Come si può ben immaginare, quindi, anche i movimento del corpo compiuti dai protagonisti sono più repentini. Mentre nello stile tradizionale il gioco è piuttosto radente al suolo, in quello regional si ha a che fare con un joco più rapido e più staccato da terra.
Insomma, il repertorio tecnico corporale, così come quello musicale e quello gestuale, è all’insegna di una maggiore velocità: le regole per la capoeira regional, che furono fissate da Mestre Bimba, anche per questa ragione furono oggetto di contestazioni da parte dei puristi.
A volte questo stile viene indicato anche con la denominazione di Luta Regional Bahiana: fu lo stesso Bimba ad attribuirglielo, nella convinzione che la capoeira regional non potesse superare i confini locali.
La capoeira contemporanea è – come si può intuire dal nome – la più recente: in effetti ha fatto la propria comparsa solo negli anni ’70 del XX secolo, mettendo insieme i tratti peculiari principali della capoeira regional e alcune delle caratteristiche della capoeira angola.
Il punto di forza di questo stile è rappresentato dall’elevato livello di acrobazia che lo contraddistingue. Sul piano tecnico, lo stile può essere considerato una via di mezzo tra quello dell’angola e quello della regional.
La capoeira contemporanea, anche per questa ragione, ha fatto storcere il naso a più di un “conservatore”, che la ritiene una distorsione e una deviazione dalla tradizione.
Chi è meno critico, d’altro canto, considera questo stile una lecita evoluzione, normale e inevitabile perché derivata dalla pratica.
Non a caso la capoeira contemporanea al giorno d’oggi può vantare una diffusione molto consistente, anche se non rispetta in maniera precisa i dettami, gli scopi, le movenze e le peculiarità degli stili da cui proviene.
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